Cosa prevede il decreto sui rave-party approvato dal Governo

Negli ultimi giorni si è sentito spesso parlare del decreto conto i raveparty approvato dal neonato Governo. Un provvedimento che ha destato qualche perplessità e che ha generato un acceso dibattito tra gli esponenti dell’opposizione. Si tratta di misure che rientrano in quelle previste per i reati contro la pubblica amministrazione e il testo prevede una pena che va dai 3 ai 6 anni di reclusione.

Cosa prevede nello specifico questa nuova normativa?

Decreto rave: in cosa consiste

Il decreto anti-rave è stato approvato dal Senato con circa 95 pareri favorevoli contro i 75 contrari dell’opposizione. Fortemente voluto dalla maggioranza, questo provvedimento ha introdotto un nuovo reato, quello appunto del ‘rave party’ con l’art. 633-bis c.p, prevedendo la detenzione dai 3 a 6 anni per chi organizza questa tipologia di raduni dove è presente la musica e spesso circolano sostanze stupefacenti.

Questo nuovo illecito introdotto nella legislazione italiana ha suscitato mote critiche, ma di fatto, attualmente, rientra nei reati contro la pubblica amministrazione. Tra questi, come si legge visitando la pagina https://avvocatomattiafontana.com/reati-contro-la-pubblica-amministrazione/, ci sono anche il peculato, l’abuso e il rifiuto di atti di ufficio, la concussione e la corruzione, solo per citarne alcuni tra i più noti.

Tuttavia, proprio in occasione delle votazioni per stabilire il reato relativo ai rave party, la maggioranza ha proposto anche un emendamento che prevede la cancellazione dei reati contro la Pubblica Amministrazione da quelli ritenuti ostativi, ovvero quelli che non prevedono la possibilità di ottenere dei benefici penitenziari.

Cosa si rischia se si organizza o si partecipa a un rave party?

Il decreto anti rave party è stato proposto proprio durante il periodo di Halloween, una festa che ha visto l’organizzazione di molte feste in varie parti d’Italia. Soprattutto Modena, ad esempio, è stata teatro di numerosi sgomberi e interventi da parte delle Forze dell’Ordine.

Con l’entrata in vigore di questa nuova normativa, quindi, l’organizzazione di questa tipologia di raduni viene vietata e sanzionata perché ritenuta pericolosa per l’incolumità delle persone e per l’ordine pubblico.

In particolare, il nuovo art.  434-bis  (Invasione  di  terreni  o  edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica) va a sanzionare coloro che organizzano o partecipano a un evento con oltre 50 persone che si tiene in luogo pubblico e senza autorizzazione. Chi promuove questa tipologia di festa, secondo il primo comma, rischia non solo va incontro a una pena dai tre ai sei anni di carcere, ma rischia anche di pagare una sanzione pecuniaria che può arrivare a 10.000. La partecipazione a questi eventi, che vengono paragonati a una sorta d’invasione, invece, prevede pene minori.

Oltre alle pene previste, il Viminale ha stabilito anche  la confisca obbligatoria delle attrezzature e la fragranza di reato per gli organizzatori dell’evento.

Ovviamente, sono molte le critiche e i dibattiti in merito a questa presa di posizione. Infatti, viene difficile stabilire la reale pericolosità dell’evento e, inoltre, è complesso anche definire a livello analitico quali possano essere le condotte che possono causare effettivamente una condizione d’incolumità.