Superare la paura di sbagliare è una cosa possibile. Ecco come

Per quanto non ci piaccia ammetterlo, chi più chi meno, ciascuno di noi nella propria vita è stato bloccato dalla paura di fare un errore madornale. La paura di sbagliare è un sentimento perfettamente normale che, però, ha il lato negativo di riflettersi sulla nostra capacità di raggiungere i nostri obiettivi, sulla nostra creatività e, alla fine, sulla nostra realizzazione professionale e personale.

Un problema di prospettiva

Una delle eredità peggiori che ci portiamo dal periodo della scuola è la penna rossa della maestra, una penna rossa che evidenzia le nostre mancanze e i nostri errori. Fin da quando siamo bambini, siamo abituati a considerare l’errore come un elemento che deve essere corretto, come un qualcosa di sbagliato che deve essere cancellato.

Ma niente di più sbagliato! (Appunto).

L’errore è un passaggio inevitabile e preziosissimo verso il raggiungimento dei nostri obiettivi e verso l’acquisizione di nuove competenze. Se, come si dice, nessuno di noi “nasce imparato”, questo, per logica, implica anche il fatto che imparando si commettono degli errori e, anzi, c’è anche il famoso detto “sbagliando si impara”.

Questo nasconde quindi una contraddizione di fondo tra come viene presentato e ci viene insegnato l’errore e il suo vero valore.

E anche una questione di pressione

Spesso, specialmente in ambito sportivo, si cerca di spostare l’attenzione delle persone dal risultato verso qualcos’altro. Questo viene fatto perché il focalizzarsi troppo sulla qualità della prestazione e, quindi, sulla presenza di eventuali errori, diminuisce notevolmente la capacità di performare. Quindi, se ci concentriamo troppo e, magari anche esclusivamente, sul risultato finale, quello che otteniamo è, purtroppo, solo una frazione di quello che potremmo in realtà realizzare se fossimo liberi dalla paura di commettere errori e fare figuracce.

Quando ci si mette anche il perfezionismo

Ma, la paura di sbagliare, può prendere anche molte facce, e una delle facce più subdole è quella del perfezionismo. Il perfezionismo, spesso, viene visto come una virtù, come una qualità di chi dedica tutta la sua attenzione a ciò che fa di modo che questo sia fatto nel miglior modo possibile.

Certo, questa è assolutamente una cosa lodevole, il problema è che, spesso, questo nasconde una paura più o meno evidente di sbagliare, di fare, come dicevamo prima, una brutta figura. Come dicevamo, non c’è niente di male nel fare le cose nella migliore maniera possibile, ma quando questo è dettato solo ed esclusivamente o principalmente dalla paura di commettere errori, questo si può tradurre in uno spreco di tempo e di energia notevole, in cui continuiamo a tendere alla perfezione a tutti i costi quando, a volte, andrebbe benissimo realizzare qualcosa di buono, e non necessariamente perfetto.

Il trucco qui sta nel passare da una mentalità di “voglio fare tutto alla perfezione” a un approccio del tipo “meglio fatto che perfetto”, dove non è la perfezione la meta a cui tendere, ma si ha un atteggiamento più di “miglioramento continuo” dove non c’è un risultato finale fisso (e perfetto), ma c’è un punto di arrivo da cui si continua a costruire e lavorare per renderlo sempre migliore, con la con la consapevolezza che, comunque, non sarà mai perfetto.

Il giudizio degli altri

Magari, a volte, capita anche che la paura di sbagliare sia legata anche alla paura del giudizio degli altri, perché, se sbagliassimo, allora chissà che cosa ne penserebbero gli altri di me! In un certo senso, questo è un atteggiamento diffuso e comprensibile, ma ciò non vuol dire necessariamente che sia giusto. Preoccuparsi di quello che potrebbero pensare gli altri, in un certo senso, vuol dire affidare la propria tranquillità mentale ed emotiva alla benevolenza di altre persone, cosa su cui, ovviamente, noi non abbiamo alcun controllo. Focalizzarsi troppo sul giudizio degli altri può far scaturire episodi di ansia, e depressione perché dipendiamo troppo da eventi al di fuori di noi. Molto meglio, invece, focalizzarsi su quello che noi pensiamo di noi stessi, chiaramente, evitando di cadere nella trappola di essere troppo duri con sé stessi.

La realizzazione di sé stessi passa anche di qui

Tutte queste considerazioni e, molte altre, fanno parte di una visione più generale di realizzazione di sé stessi e dei propri obiettivi tramite il lavoro. Realizzare sé stessi tramite il lavoro è una cosa alla portata di tutti ma, purtroppo, non tutti sono coraggiosi abbastanza da uscire dalla propria zona di comfort per migliorarsi come discusso in molti articoli che puoi trovare a questo indirizzo. Naturalmente, nel caso non si riuscisse da soli a fare questo passo, ci si può sempre rivolgere ad una figura esterna.

Il lavoro, ovviamente, non è l’unico modo per realizzare sé stessi ma è un’occasione straordinaria che noi abbiamo per dar vita ai nostri talenti e alle nostre passioni. Il lavoro è un’attività che, nell’arco della nostra vita, prende tantissimo tempo che, allora, tanto vale utilizzare per dar libero sfogo alla nostra natura e alle nostre tendenze più profonde.

Più spesso sbaglieremo e più ci renderemo conto che i nostri progressi dipendono in maniera molto profonda anche da tutti i nostri errori. Dobbiamo darci la libertà di sbagliare, tenendo comunque presente che è nostro compito imparare dai nostri errori per far meglio la prossima volta.