Chetoacidosi, di cosa parliamo?

Scopriamo di più su questo disturbo

Sia in età adulta, sia in età pediatrica si può essere interessati da una condizione metabolica particolare. Si verifica quando il corpo non può utilizzare gli zuccheri come fonte per produrre l’energia necessaria a svolgere le attività quotidiane: la chetosi o acetone, che può diventare chetoacidosi. Scopriamo che cos’è la chetoacidosi .

Da chetosi a chetoacidosi: quali differenze?

Anzitutto, non preoccupiamoci. Anche se termini come “chetosi”o “chetoacidosi” possono spaventarci, si tratta di capire prima di tutto con quali condizioni abbiamo a che fare. In generale, prima di entrare nel merito e valutare alcuni rimedi pratici per arginare questi disturbi, è sempre bene consultare il proprio medico, per ottenere indicazioni mirate e suggerimenti adeguati.

A maggior ragione, se a stare male sono i nostri piccoli, l’apprensione e la preoccupazione saranno particolarmente intensi, ma non dobbiamo fasciarci la testa prima di aver saputo il reale problema dei nostri bambini. Dopo questa premessa, vediamo di differenziare chetosi e chetoacidosi.

CHETOSI. Quando l’organismo, per produrre energia, esaurisce gli zuccheri a disposizione, le cellule rimaste a corto di glucosio devono trovare una fonte alternativa alla quale attingere energia.

Le cellule possiedono una fonte energetica preziosa e altamente nutritiva, cioè i lipidi o grassi.  Si tratta di un tessuto piuttosto esteso e dunque rappresenta una riserva di energia molto valida.

Quasi tulle le cellule “si nutrono” in continuazione di grassi insieme al glucosio: le loro riserve si riformano in continuazione ogni volta che introduciamo cibo. Perciò, quando il glucosio non può entrare nelle cellule, queste non hanno bisogno di variare le proprie abitudini perché non fanno altro che attingere il loro nutrimento esclusivamente ai depositi di grasso.

In queste condizioni, il fegato produce corpi chetonici. Questi ultimi sono acidi forti che si accumulano nel sangue e finiscono per renderlo acido.

CHETOACIDOSI. La chetoacidosi è uno stato patologico che provoca l’acidosi metabolica. in gran parte dei casi, la chetoacidosi è provocata da un deficit di insulina nel diabete di tipo 1 o diabete di tipo 2 negli stadi severi. Inoltre, può anche essere il risultato dell’abuso cronico di alcol. La chetoacidosi diventa spesso un’emergenza medica.

Perché può insorgere la chetosi (o acetone) e come si manifesta?

Quando a esserne colpiti sono i bambini, la chetosi prende il nome di “acetone”. Diversamente dalla chetoacidosi, la chetosi o acetone non è una condizione di cui preoccuparsi, ma è importante tenerla comunque sotto controllo.

L’acetone o chetosi può manifestarsi in seguito a un episodio di febbre, dopo un momento o un periodo di tensione, dopo lunghe ore di digiuno. Tali fattori determinano un elevato consumo di energie, e inducono l’organismo ad accrescere la necessità di zucchero, riserva di energia primaria di organi come cervello e cuore.

Come abbiamo visto poco fa, nel momento in cui l’organismo non può più attingere allo zucchero quale “fornitore” di energia, va alla ricerca dei grassi o lipidi. In questa fase si formano sostanze che emettono il loro caratteristico odore, molto vicino a quello della frutta troppo matura.

I sintomi della chetosi o acetone sono:

  • Alito fruttato (l’alito fa odore di frutta matura);
  • Vomito che può portare a uno stato di disidratazione e provocare un senso di malessere generale con la comparsa di mal di testa, dolori addominali, disidratazione.

Come intervenire sulla chetosi o acetone?

Quando i bambini mostrano sofferenza per via dell’acetone, quello che c’è da fare è agire prontamente per ripristinare nel corpo le quote adeguate di zucchero. I rimedi da adottare sono semplici, pratici e di facile comprensione per tutti.

Per diminuire la formazione di acetone e agevolarne l’espulsione, è consigliabile un’alimentazione con acqua e zuccheri, ma povera di grassi. Per eliminare l’acetone, sono  utili i succhi di frutta, mentre bere acqua a piccoli sorsi servirà a reidratare il bambino.

Diamo da bere ai piccoli una bevanda con zucchero e sali minerali, succhi di frutta, camomilla dolcificata con un cucchiaino di miele o semplicemente acqua in cui è stato sciolto un cucchiaino di zucchero. I liquidi andranno bevuti a piccoli sorsi, perché grandi sorsate potrebbero provocare lo stimolo del vomito.

Ricordiamo che l’acetone tende a risolversi spontaneamente con l’età. Sarà importante seguire comunque un’alimentazione bilanciata, senza troppi grassi.

Meglio prediligere i carboidrati complessi, come la pasta, la cui digestione libera glucosio nell’intestino, e ridurre fortemente i grassi animali, soprattutto latte intero, burro, formaggi, fritti, carni grasse (grasso del prosciutto), cioccolato e altri insaccati.

Per gli adulti, i consigli di salute sono grosso modo i medesimi. Ricordiamo quanto è importante bere acqua frequentemente durante il giorno, in questo caso zuccherata. Facciamo un breve riepilogo sull’alimentazione consigliata in caso di chetosi (acetone):

  • Cibi indicati: riso, pasta, carne e pesce magri, legumi, patate e altri ortaggi come carote, patata americana, zucca), polenta, frutta e verdura fresche,
  • Cibi da limitare: bevande alcoliche, cibi confezionati, merendine, snack industriali, patatine fritte, carni grasse e insaccati, formaggi grassi.

Questi consigli alimentari in caso di chetosi potrebbero eventualmente aiutarci a ristabilire una dieta equilibrata e corretta, nel caso in cui tendiamo a “sgarrare” spesso: infatti, anche una dieta disordinata può essere alla base di frequenti disturbi a livello gastro- enterico.