Ecco come scegliere una pressa piegatrice senza errori di valutazione

Tra le macchine utensili più utilizzate del settore industriale, specie in quello che prevede la lavorazione della lamiera, la macchina piegatrice viene utilizzata per piegare e plasmare il materiale in base alle esigenze più disparate.

Si tratta di macchinari impegnativi, sia dal punto di vista dell’acquisto che della manutenzione, che solitamente lavorano anche pezzi particolarmente costosi. Per questo ogni errore può avere spiacevoli conseguenze. Ecco cosa devi sapere per fare un acquisto informato e consapevole.

Caratteristiche tecniche

Per scegliere la giusta tipologia di pressa è necessario innanzitutto tenere in considerazione il tipo di materiale sul quale andrà a lavorare, le sue caratteristiche ed il suo spessore. Tra le specifiche da valutare vi sono:

  • la lunghezza del pezzo da lavorare;
  • il tipo di piegatura da effettuare;
  • la resistenza alla trazione del materiale;
  • la larghezza dell’apertura della matrice;
  • il raggio interno delle parti della macchina.

Dal tipo di operazione di piegatura dipende anche la scelta del tonnellaggio, cioè la forza di flessione del macchinario, necessario per effettuare l’operazione e dunque anche la tipologia di pressa (se è meglio meccanica, idraulica oppure elettrica). Se un alto tonnellaggio permette di piegare metalli duri e lastre più spesse, uni più basso è maggiormente adatto alla lavorazione di metalli teneri e/o a lastre sottili. Un tonnellaggio troppo basso o troppo alto rispetto quello richiesto può danneggiare non solo la lastra, ma anche la pressa stessa.

Le diverse tecnologie

Esistono diversi tipi di presse piegatrici, che sfruttano altrettante tecnologie a seconda del materiale da piegare e delle diverse esigenze. Le più diffuse sono senz’altro le piegatrici idrauliche ed elettriche.

Nelle piegatrici idrauliche il punzone è azionato da cilindri mossi dalla pressione idraulica di un liquido (generalmente un olio). Funziona in maniera continuativa, ossia non solo durante l’operazione di piegatura, e genera di conseguenza un maggiore consumo di energia. Tuttavia, può raggiungere elevate capacità di piegatura ed è più potente ed economica di una pressa piegatrice elettrica. È adatta per realizzare operazioni di piegatura semplici e richiede una manutenzione costante.

Invece, nella piegatrice elettrica, il punzone si muove grazie a dei servomotori. Non resta attiva continuativamente e consuma energia solo durante l’operazione di piegatura. Il vantaggio è che richiede poca manutenzione e garantisce flessibilità in termini di applicazioni. Tuttavia, ha un costo d’acquisto maggiore rispetto alla pressa idraulica.

Esistono poi dei modelli che inglobano entrambe le tecnologie. Si tratta di presse piegatrici ibride, dotate di motori elettrici ma che sfruttano la potenza idraulica. La presenza di motori elettrici fa sì che l’impianto idraulico sia sottoposto a uno sforzo minore.

Affidabilità

Ritmi intensi e tonnellaggi elevati applicati a materiali anche molto resistenti, rappresentano una vera sfida ingegneristica per le presse industriali. Correnti di centinaia di ampère e pressioni anche di 280 bar vanno gestite con attenzione e cura particolari.

Correnti di centinaia di ampère e pressioni anche di 280 bar vanno gestite con attenzione e cura particolari. Materiali molto resistenti rischiano di portare la struttura della macchina a deformarsi nel lungo periodo. Per questo è necessario che le varie componenti siano di estrema qualità per resistere a pressioni elevate.

Certificazioni

Le presse piegatrici richiedono molta attenzione e competenza per l’utilizzo. Un minimo errore può costare caro, per questo bisogna accertarsi in fase di acquisto se la pressa mantenga gli standard che tali leggi o normative richiedono.

Il D.P.R. 547/55, che regolamenta l’utilizzo delle macchine industriali, stabilisce che le presse devono: “essere munite di ripari o dispositivi atti a evitare che le mani o altre parti del corpo siano offese dal punzone o da altri organi mobili lavoratori”.

Il produttore della pressa è dunque obbligato a realizzare macchine rispondenti ai requisiti essenziali di sicurezza, ma il documento di una norma tecnica viene reso obbligatorio solo se ne viene fatto cenno all’interno di una legge, altrimenti il costruttore può inserire tale norma su base volontaria.